David Gilmour

on 6 Marzo 2024 in Remembering

6 marzo 2024
Radio Birikina festeggia: David Gilmour.

David Jon Gilmour è nato a Cambrige il 6 marzo 1946.

Alla Perse School conosce il chitarrista e cantante dei Pink Floyd, Syd Barrett. Anche se i due non suonano ancora insieme (Gilmour è componenete della band “Joker’s Wild”) si esercitano durante le pause pranzo scolastiche. Nel 1966 il musicista lascia i “Joker’s Wild” e inizia a suonare nelle strade della Francia e della Spagna.

Nel 1967 Nick Mason, batterista dei Pink Floyd, lo invita ad unirsi alla band. David accetta tanto che nel 1968 arriverà a sostituire Syd Barrett, costretto ad abbandonare l’attività a causa dell’eccessivo uso di droghe. Ricordiamo il successo di questo periodo ottenuto con i brani “The Dark Side of the Moon” e “Wish You Were Here”.

I rapporti tra Gilmour e il cantautore Waters iniziano ad incrinarsi: Gilmour pensa che la sua influenza e capacità musicale non vengano sfruttate pienamente. Per questo, verso la fine degli anni ’70, decide di intraprendere un percorso solistico. Risale al 1978 il primo album dal titolo “David Gilmour”, che verrà seguito nel 1984 da “About Face”. Nel frattempo prosegue l’attività con i Pink Floyd: vengono pubblicati l’album e il film “The Wall”, che contengono il brano “Confortably Numb”, scritto da Gilmour per il disco da solista. Dopo il 1986 Gilmour assume il controllo dei “Pink Floyd” e dà luce all’album “Momentary Lapse of Reason” (tutti i brani portano la firma di Gilmour); Waters, nel frattempo, si isola dalla band.

Nel 2000 viene pubblicata l’ultima compilation dei Pink Floyd”, dal titolo “Is There Anybody Out There?: The Wall live 1980-1981”, seguita nel 2001 dalla raccolta: “Echoes: The best of Pink Floyd”. Il 2 luglio del 2005, Glamour suona con la storica band in occasione del “Live 8” di Londra.

Il 5 luglio 2014 Polly Samson (moglie di David Gilmour) ha annunciato l’uscita di un nuovo abum dei Pink Floyd. Il lavoro è intitolato “The Endless River”, uscito il 7 novembre dello stesso anno, anticipato dal singolo “Louder Than Words”.

Il 7 giugno 2015 dal suo sito ufficiale viene annunciato il titolo del quarto album “Rattle That Lock”, pubblicato il 18 settembre e anticipato dai singoli “Rattle That Lock” e “Today”.

L’album è stato promosso inizialmente da un tour europeo partito nel settembre 2015 e più tardi anche da una tournée svoltasi nel Nord America durante il 2016. Il 7 e 8 luglio 2016 Gilmour si è esibito nell’anfiteatro degli scavi archeologici di Pompei, 45 anni dopo il concerto con i Pink Floyd.

Lucio Battisti

on 5 Marzo 2024 in Remembering

5 marzo 2024
Radio Birikina ricorda Lucio Battisti.

Oggi Radio Birikina ricorda il cantautore, compositore e produttore Lucio Battisti. L’artista nasce il 5 marzo 1943 in provincia di Rieti. Nel 1947 la famiglia si trasferisce nel comune di Castel Sant’Angelo (Rieti), per poi, nel 1950, spostarsi a Roma. All’età di tredici anni Lucio chiede in regalo una chitarra: per questa trascura gli studi, suscitando la rabbia del padre Alfiero che, secondo la leggenda, arrivò a rompergli lo strumento in testa. Nonostante l’amore per la musica Lucio riesce a prendere il diploma diventando perito elettrotecnico. Nel 1962 Battisti entra nella band “I Mattatori”, per poi passare a “I Satiri”. Durante uno dei concerti, conosce i componenti del gruppo “I Campioni” che lo convincono a lasciare la vecchia band per unirsi a loro. Per accompagnare il gruppo, Battisti si trasferisce prima a Milano e poi in una villa a Molteno, in Brianza. “I Campioni” si esibiscono sia in Italia che all’estero, specialmente in Germania: questo permette all’artista di documentarsi, ascoltare ed apprezzare sonorità e canzoni che in Italia non venivano trasmesse. A spronare lo spirito poetico di Battisti è il leader della band, Matano.

Il 14 febbraio 1965 il cantautore riesce ad ottenere un appuntamento con Franco Crepax: l’esibizione durante il provino viene notata dall’editrice musicale Christine Leroux che riesce a procurargli un incontro con l’autore Mogol. Quest’ultimo non rimane entusiasta ma decide di collaborare ugualmente. L’esordio della coppia Mogol-Battisti giunge con il 45 giri “Dolce di giorno / Per una lira”.

Di Mogol e Battisti ricordiamo: “29 settembre”, “Nel cuore, nell’anima”, “Uno in più”. Per quanto riguarda la carriera come solista, egli lavora a “Luisa Rossi / Era”. Negli stessi anni (1967), il cantautore scrive “Non prego per me” per Mino Reitano. L’anno successivo viene pubblicato il singolo “Prigioniero del mondo / Balla Linda” (la prima presentata alla manifestazione “Un disco per l’estate”, la seconda al “Cantagiro 1968”). Nel 1969 Battisti prende parte alla competizione sanremese con il brano “Un’avventura”, che anticipa l’uscita del singolo “Un’avventura / Non è Francesca”.

Il 4 marzo 1969 esce il primo album del cantante, intitolato “Lucio Battisti”, una raccolta di brani già pubblicati nei precedenti singoli. Nello stesso mese propone al pubblico “Acqua azzurra, acqua chiara / Dieci ragazze” a cui fa seguito il primo tour composto di 21 serate. Sempre nel 1969 Battisti e Mogol decidono di fondare una casa discografica indipendente: la “Numero Uno”, in cui vengono coinvolti grandi personalità come Edoardo Bennato, Adriano Pappalardo, Bruno Lauzi e Oscar Prudente. Risale all’ottobre 1969 il terzo singolo “Mi ritorni in mente / 7 e 40”. Oltre al canto Battisti non abbandona l’attività di scrittore, componendo brani di successo come “Questo folle sentimento”, “Il paradiso della vita” e “Mamma mia”, “Sole giallo, sole nero”, “Per te”, “E penso a te”.

Nel giugno del 1970 esce il singolo “Fiori rosa, fiori di pesco / Il tempo di morire”; “Fiori rosa, fiori di pesco” vince il “Festivalbar” del 1970. Ad ottobre esce “Emozioni / Anna”, seguito nell’aprile del 1971 da “Pensieri e parole / Insieme a te sto bene”. A luglio del ’71 viene reso disponibile al pubblico l’album “Amore non amore” accompagnato dal singolo “Dio mio no / Era”. Con l’etichetta discografica “Numero Uno” pubblica “La canzone del sole / Anche per te”. Nello stesso anno compone per i Dik Dik “Vendo casa”; per la “Formula 3” “Eppur mi son scordato di te”, “Nessuno, nessuno” ; “Amor mio” per Mina e “L’aquila” per Bruno Lauzi.

Nell’aprile del ’72 partecipa alla trasmissione condotta da Alberto Lupo, “Teatro 10”, in cui presenta “I giardini di marzo”, parte del disco “Umanamente uomo: il sogno”. Siamo ancora nel 1972 quando viene pubblicato l’album “Il mio canto libero”.

Alla fine del 1974 esce un disco ambizioso dal titolo “Anima latina”, caratterizzato dall’ampio uso di sintetizzatori, di cori e di strumenti a fiato. Nel 1975 Battisti parte per un viaggio negli Stati Uniti, utile per conoscere ed assimilare le novità musicali. Nel 1976 accoglie la proposta di lavorare ad un album in lingua inglese: “Images” che non ottiene il successo sperato. L’anno seguente pubblica “Una donna per amico”, accompagnato dal singolo “Una donna per amico / Nessun dolore”. Nel frattempo l’artista porta a termine un secondo album in inglese. Nello stesso periodo termina il sodalizio professionale tra Mogol e Battisti, per divergenze a livello artistico.

Nel 1982 viene pubblicato l’album “E’ già”: disco composto da melodie brevi su arrangiamenti elettronici. Il disco non riscuote grandi consensi anche se è possibile notare attraverso testi e musica, il cambiamento stilistico del cantautore. Tra il 1982 e il 1983 Battisti collabora con Adriano Pappalardo, alla realizzazione degli album “Immersione” e “Oh! Era Ora”.

Nella seconda metà degli anni ’80 il cantautore inizia a collaborare con Pasquale Pannella. Dalla coppia nascono cinque album: “E’ già”, “Don Giovanni”, “L’apparenza”, “La sposa occidentale”, “Cosa succederà alla ragazza”. L’ultimo album viene pubblicato il 29 settembre del 1994; il titolo è “Hegel”.

Il 29 agosto del 1998 Battisti viene ricoverato in una clinica milanese. Il cantante muore l’8 settembre a soli 55 anni. 

Lou Reed

on 2 Marzo 2024 in Remembering

2 marzo 2024
Radio Birikina  ricorda Lou Reed.

Il cantautore, chitarrista e poeta statunitense Lewis Allan Reed è nato il 2 marzo 1942 a New York, da una famiglia di origine ebraica. La passione per la musica lo porta all’interesse per il rock and roll e il rhythm and blues. Nel 1956 Reed viene sottoposto ad una terapia di elettroshock, che lo avrebbe dovuto curare dalla bissessualità. Questa esperienza sconcertante lo segnerà a vita; a tal proposito, forse come valvola di sfogo, Reed scrive il brano “Kill Your Song”.

Il cantautore si iscrive all’università e a partire dal 1961 inizia a condurre il programma radiofonico notturno: “Excursions On A Woobbly Rail”. Durante gli anni universitari, conosce Delmore Schwartz (poeta e scrittore), a cui dedica il brano “European Son”, incluso nel primo album dei “The Velvet Underground”. Nel 1964 il giovane si trasferisce a New York, dove inizia a lavorare come compositore per l’etichetta “Pickwick Records”. Ben presto la casa discografica nota le potenzialità di Reed, per questo gli viene affiancata una band “The Primitives”; il primo singolo di successo è “The Ostrich”, parodia delle musiche ballabili composte in quel periodo dallo stesso Reed.

L’esordio nel mondo del rock avviene con la band “The Velvet Underground”, formata da Lou Reed, John Cale, Sterling Morrison e Maureen Tucker. Reed è l’autore della maggior parte delle canzoni del gruppo. I “The velvet Underground” entrano nelle grazie di Andy Warhol il quale disegna la copertina del primo album del gruppo (la famosa banana gialla). “The Velvet Underground & Nico” viene pubblicato nel 1967 e comprende famosi brani come “Femme Fatale”, “Sunday Morning”, “I’m waiting for the Man” e “I’ll Be Your Mirror”. Warhol decide di investire nella band, promuovendo un tour itinerante, insieme alla cantante tedesca Nico, intitolato “Exploding Plastic Inevitable”. Nonostante il successo, Nico nel 1967 decide di abbandonare il gruppo e Reed licenzia Warhol.

Il 30 gennaio del 1968, la band pubblica prima “White Light/White Heart”, poi l’album “The Velvet Underground” (tra i brani ricordiamo “Candy Says, “Pale Blue Eyes” e “What Goes On”). Lou Reed rompe i rapporti con i Velvet Underground e decide di intraprendere la carriera da solista. Il primo LP risulta un vero flop, tuttavia, il cantante David Bowie decide di aiutarlo promuovendo un secondo disco: “Transformer”, che contiene “Walk on the Wild Side” (in Italia portata al successo da Patty Pravo con il titolo “I giardini di Kensington”). Il terzo lavoro da solista porta il titolo “Berlin”: si tratta di un concept album che analizza il fallimento di un matrimonio.

L’insuccesso di questo terzo lavoro e l’uso di droghe portano Reed all’esaurimento nervoso e alla sospensione della tournèe italiana. Il temperamento del cantautore si riversa anche nella sua musica, con album intensissimi come “Street Hassle”, che vede la partecipazione di Bruce Springsteen e Live. All’inizio degli anni ’80, Lou Reed conosce il chitarrista Robert Quine: tra i due è subito complicità e questo li porta a collaborare all’LP “Blue Mask” seguito poi dall’album “Live in Italy”, registrato tra Verona e Roma. Nel 1990 esce il disco “Songs for Drella” in memoria di Andy Warhol.

I “The Velvet Underground” negli anni ’90 si riuniscono e intraprendono un tour mondiale. Nel 1996 insieme a John Cale e Maureen Tucker esegue la canzone “Last night I Said Goodbye to my Friend”, in memoria del chitarrista Sterling Morrison, morto nell’agosto precedente. Nello stesso anno Reed collabora alla colonna sonora del musical “Time Rocker”, ispirato al romanzo di H.G.Wells “La macchina del tempo”.

Nel 2000 esce “Ecstasy”, album pieno di tensione, ma domata con la sapienza di un uomo maturo. Il 6 ottobre 2001, il New York Times pubblica una poesia composta da Reed chiamata “Laurie Sadly Listening” nella quale egli esprime le sue emozioni circa gli Attentati dell’11 settembre 2001.
“The Raven” è un album doppio di Reed, uscito nel 2003 che rivisita in chiave rock non solo i racconti, opera di Edgar Allan Poe, ma in generale la vita del poeta e le altre sue opere.

Nell’aprile 2008 si sposa con una cerimonia privata a Boulder in Colorado con la compagna Laurie Anderson. Nello stesso anno, Reed è stato inserito al 62º posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo Rolling Stone, e le sue migliori “tracce vocali” sono “Satellite of Love”, “I’m Waiting for the Man” e “Venus in Furs”.

Il 31 ottobre 2011 viene pubblicato “Lulu”, album nato dalla collaborazione fra Reed e i Metallica.

Il 30 giugno 2013, stando a quanto riferito dal New York Post, Lou Reed venne ricoverato d’urgenza in un ospedale di Long Island, a New York, il Southampton Hospital, per una acuta forma di disidratazione. Nel maggio precedente, Reed si era sottoposto ad un trapianto di fegato.
Il 27 ottobre 2013 è stata invece annunciata la notizia della sua morte, avvenuta all’età di 71 anni.
A poche ore dalla notizia inaspettata della sua scomparsa, vari tributi ed omaggi a Reed sono apparsi su Twitter, inclusi quelli da parte di Iggy Pop, Miley Cyrus, Salman Rushdie, Samuel L. Jackson, Lenny Kravitz, Ricky Gervais, Ryan Adams, Elijah Wood, Julian Casablancas e molti altri.

John Cale, ex compagno di gruppo nei Velvet Underground, postò su Facebook il seguente commento: «Il mondo ha perso un compositore superbo e un poeta… Io ho perso il mio “compagno di scuola”»

Mal

on 27 Febbraio 2024 in Remembering

27 febbraio 2024

Radio Birikina festeggia Mal

Mal è nato il 27 febbraio del 1943 nel Galles.

La dote del canto lo porta a diventare il leader dei “Primitives”, gruppo approdato in Italia nel 1966. Terminata quest’esperienza Mal cerca di intraprendere la carriera da solista.

La sua indiscutibile bellezza lo porta a diventare leader incontrastato delle adolescenti. Canzoni come “Bambolina”, Betty Blu”, “Bella come sei” fanno si che si affermi nel panorama musicale italiano.

Nel 1969 vende milioni di copie con il tormentone “Pensiero d’amore”. Ma i tempi cambiano e Mal non riesce ad essere al passo con i tempi; per questo si trasferisce in Germania dove viene apprezzato. In Italia Mal sembra sia un artista ormai dimenticato, fino al 1975, anno in cui rientra in classifica con la canzone di Vittorio De Sica dal titolo “Parlami d’amore Mariù”.

Questo è solo l’inizio del ritorno di Mal che incide e pubblica “Furia”. Nel 1982 partecipa al Festival di Sanremo con “Sei la mia donna”. Sempre in quel decennio comincia la carriera teatrale.

Nel 2005 Mal è stato tra i protagonisti del reality “La fattoria”.

Nel 2015 è stato ospite alle serate di Lady Birikina.

Per i suoi 50 anni di carriera, nel 2017, esce con un nuovo album “La donna che c’è in te” preceduto dal singolo, Benjamin (il nipote di Furia).

Nel 2019 esce con un nuovo video “Grazie Piper”, registrato all’interno dello stesso Piper Club, luogo che ha lanciato grandissimi nomi della musica italiana, tra cui lo stesso Mal.

George Harrison

on 25 Febbraio 2024 in Remembering

25 febbraio 2024
Radio Birikina ricorda George Harrison.

Radio Birikina festeggia il cantautore, compositore, attore, produttore cinematografico e discografico, George Harrison, nato a Liverpool il 25 febbraio 1943.

Il ragazzo, ultimo di quattro fratelli, dimostra fin da piccolo la passione per la chitarra, per questo i genitori decidono di regalargliene una. Nel 1956 con il fratello maggiore fonda il gruppo dilettantistico dei Rebels; nello stesso tempo George è impiegato come elettricista.

Qualche anno dopo Paul McCartney, suo compagno di scuola, lo presenta a John Lennon che aveva fondato un complesso musicale: “Quarryman”. Nonostante il talento, a causa della giovane età non viene integrato nel gruppo. La band di Lennon si era costituita nel 1956 ed era formata da sei ragazzi provenienti da Liverpool: John Lowe, Rod Davis, Len Garry, Colin Hanton, Pete Shotton e John Lennon.

Nel 1960 la formazione della band muta adottando il nome “Beatles”. George Harrison diventa il chitarrista solista del gruppo. Ben presto inizia l’attività di compositore; il suo primo brano è intitolato “Don’t bother me”, presente nel disco “With the Beatles”, risalente al 1963. Altre canzoni sono: “You Know What to Do”, “I Need You”, “If I Needed Someone”, “I Want to Tell You”.

Nel 1966 conosce la modella Pattie Boyd con la quale convola a nozze. Dal 1965 Harrison inizia a costruire una propria identità musicale, parallela a quella dei “Beatles”: studia il sitar e abbraccia la religione indiana. Nel secondo periodo dei Beatles, Harrison affina la sua tecnica strumentale e si dedica alla scrittura di canzoni come “Long, Long, Long” e “Savoy Truffle”. George Harrison si rivela chitarrista di talento ma le sue qualità vengono spesso offuscate sia da Paul McCartney e John Lennon sia dal carattere schivo dello stesso Harrison. A dire il vero George sta allargando i propri orizzonti, proponendosi anche come produttore: stanzia dei soldi a favore di artisti come i “Badfinger”, Jackie Lomax e i “Radha Krishna Temple”; inoltre nel 1968 lavora alla realizzazione della colonna sonora per il film “Wonderwall Music”.

Quando i Beatles si sciolgono, l’artista decide di intraprendere un percorso solistico; l’esordio avviene nel 1970 con “All Things Must Pass”, accolto in maniera positiva sia dal pubblico che dalla critica. Il singolo di successo estratto si intitola “MySweet Lord”, che in un secondo momento viene accusato di plagio: la melodia era simile a “He’s So Fine” delle Chiffons; in realtà la causa portata in tribunale è giunta al termine nel 1976 con la sentenza da parte del giudice di “plagio inconsapevole”. Successivamente emerse che dietro alla causa c’era il manager di Harrison, Allen Klein, il quale stava “comprando” il caso e i diritti di “He’s So Fine”. La questione ritorna sul bancone del tribunale e terminò con la cessione ad Harrison dei diritti della canzone plagiata nei mercati più importanti dietro il pagamento di 576.000 dollari (pari alle spese sostenute da Klein).

Nel 1971 l’artista viene scelto per organizzare il fortunato “Concerto per il Bangladesh”, a favore dei profughi che la guerra tra India e Pakistan aveva creato; Tra gli artisti, Bob Dylan, Eric Clapton, Ringo Starr e Leon Russel. L’evento portà alla creazione di un film concerto e di un LP. George Harrison si occupa di beneficenza anche negli anni seguenti, istituendo la “Material World Charitable Foundation”. Nel 1974 l’artista fonda una propria etichetta discografica, denominata Dark Horse Records. Nello stesso periodo intraprende una tournée di ben cinquanta concerti, volta a promuovere l’album “Dark Horse”. A causa di problemi vocali le esibizioni del cantante deludono gli spettatori e la critica. Il disco non ottiene il successo sperato e tutti questi fattori portano George a distanziarsi dall’ambiente musicale: le ospitate vengono diminuite drasticamente. Nonostante la distanza dalle scene, Harrison continua a pubblicare nuovi lavori; tra questi “Extra Texture (Read All About It)” (album del 1975), “Thirty-Three & 1/3″ e “George Harrison”, disco del 1979 da cui venne estratto il singolo “Blow Away”.

Parlando della vita privata, dopo aver divorziato dalla prima consorte, il nostro protagonista ha fatto di Olivia Trinidad Arias la sua seconda moglie. Un anno dopo l’ultimo disco citato, viene pubblicato il libro autobiografico intitolato “I, Me, Mine”, nel quale vengono svelati i segreti del periodo con i “Beatles”.

Dagli anni ’80 Harrison dimostra il suo eclettismo: decide di ritirarsi quasi completamente dal mondo della musica per dedicarsi all’arte cinematografica, vestendo i panni di produttore esecutivo. Non manca comunque di regalare ai fans un nuovo disco: ”Somewhere in England”, del 1981. Tra le tracce figura “All Those Years Ago” dedicata all’ex Beatles, John Lennon (venuto a mancare un anno prima). Dopo circa cinque anni lontani dalla scena musicale George Harrison ritorna sul palco con l’album “Cloud Nine” (1987), in cui figurano personalità di spicco come Elton John, Gary Wright e Ringo Starr. Il singolo estratto è la cover “Got My Mind Set on You” in origine interpretata da Rudy Clark. L’anno successivo il cantante-musicista viene invitato come ospite al Festival di Sanremo, occasione in cui presenta il videoclip del brano “When We Was Fab”. Verso la fine del 1988 il nostro protagonista prende parte al progetto discografico “Traveling Wilburys”, che ottiene grande successo e che vede la partecipazione di grandi nomi del panorama musicale come: Bob Dylan, Tom Petty, Jeff Lynne e Roy Orbison (tre saranno gli album pubblicati da questa formazione).

L’ultimo tour viene intrapreso nel 1991, insieme ad Eric Clapton ed altri artisti di livello. La scelta di Harrison di esibirsi solo in Giappone, è ampiamente criticata dai fans. A seguito di questa serie di concerti, saltuariamente il nostro protagonista suonò dal vivo. Nel 1995-96 lavora insieme a Paul McCartney e Ringo Starr per il film documentario e tre doppi album di “Anthology”, dedicati ai Beatles.

Non tutti sanno che si è dedicato anche alla carriera cinematorafica, tanto da avere un cameo nel film Brian di Nazareth, del 1979, nel ruolo del sig. Papadopoulis. Per il doppiaggio intaliano la sua voce venne affidata ad Oreste Lionello.

George Harrison muore di cancro a Los Angeles il 29 novembre del 2001.

Tullio De Piscopo

on 24 Febbraio 2024 in Remembering

24 febbraio 2024
Radio Birikina festeggia: Tullio De Piscopo

Il batterista, percussionista e cantautore Tullio De Piscopo nasce a Napoli il 24 febbraio 1946. La musica fa da padrona in famiglia: il padre era batterista e percussionista del Regio Teatro San Carlo di Napoli e il fratello maggiore era parte di alcuni complessi musicali che si esibivano nella zona di Bagnoli.

Tullio De Piscopo a soli tredici anni inizia a suonare nei night-club per poi entrare a far parte di alcuni gruppi jazz. Dieci anni dopo decide di trasferirsi nel nord Italia, precisamente a Torino, dove diviene batterista fisso del locale jazz “Swing Club”. Da Torino, nel 1971 fa di Milano la sua nuova residenza; inizia in questo periodo a lavorare sia con artisti italiani e stranieri sia con gruppi dance. All’inizio degli anni ’70 entra a far parte del “Franco Cerri Quartet”, gruppo costituito dal chitarrista Franco Cerri e dai musicisti Angelo Arienti e Giorgio Azzolini. Nel 1973 il gruppo si espande e modifica l’originaria formazione: da quartetto si amplia a quintetto con Nando De Luca al pianoforte, Pino Presti al basso elettrico e Giorgio Baiocco al sax e flauto.

I due anni successivi Tullio collaborerà con i “New Trolls Atomic System”. Numerosi sono i nomi degli artisti con cui ha lavorato: Quincy Jones, John Lewis, Mario Rusca, Giorgio Azzolini, Al Bano Carrisi, Fabrizio De Andrè, Enzo Jannacci, Franco Battiato, e molti altri tra in assoluto i più alti nomi della musica. Ricordiamo inoltre che il nostro protagonista è stato parte del gruppo fronteggiato da Pino Daniele, nei dischi “Vai mò, Bella ‘mbriana”, “ Acqua e Viento”, “Ricomincio da 30”, “Common Ground”, “Assaje” e “Anema e core”.

Il musicista è noto al pubblico anche in veste di autore di colonne sonore per lungometraggi come “Razza Selvaggia” (regia di Pasquale Squitieri) oppure “Mi manda Picone” (diretto da Nanni Loy). Nel 1988 De Piscopo ha preso parte al Festival di Sanremo con la canzone intitolata “Andamento lento”, brano con cui vince l’edizione di Festivalbar dello stesso anno; l’anno seguente il cantante ripartecipa al Festival con “E allora e allora”. I suoi brani riscuotono successo nel pubblico proprio per le sonorità jazz e pop adottate. Dopo quasi trent’anni, nel 2008, l’uomo ha calcato nuovamente il palco a fianco di Pino Daniele. L’attività di cantautore verrà portata avanti in compagnia della sua band, con la quale eseguirà alcuni concerti a Bari, Reggio Calabria, L’Aquila e in Kenya (quest’ultima tappa a favore della campagna lanciata dall’UNICEF contro lo sfruttamento sessuale e commerciale dei bambini).

Nel 1997 diviene presidente onorario dell’associazione no profit A.T.S (Arti, Turismo, Sport) e successivamente, nel 2008 dell’Associazione Gino e Michele Stinga.

Nel 2010 viene pubblicato il brano “Conga Milonga”, che anticipa l’antologia “Questa è la Storia”: due dischi che raccolgono i più grandi successi dell’artista. Nel 2011 De Piscopo inizia una serie di concerti ed ospitate: il 10 febbraio al Teatro della Luna di Milano presenzia alla “Lunga notte delle batterie”; il 27 febbraio a Bari inizia a collaborare per una serie di eventi con la “Jazz Studio Orchestra”; altre tappe si registrano al Teatro Alessandro Bonci di Cesena, a Bergamo, a Bologna e a Genova (in occasione del concerto a favore degli alluvionati “Jazz per Genova”).

Sia nel 2012 che nel 2013 figurano numerose partecipazioni a eventi; alcuni esempi sono rappresentati dal Cernobbio Festival (Dal Classico al Jazz), L’Estate Musicale del Garda Gasparo da Salò (al 54esimo Festival Violinistico Internazionale), il “World Music Project” di Frosinone. Nel 2013 affianca Pino Daniele suonando all’interno di importanti teatri e jazz festival.

Il 27 maggio 2014 presenta la sua opera letteraria, intitolata “Tempo! La mia vita”.

Nel 2018 partecipa alla serata duetti del Festival di Sanremo, come ospite dei The Kolors. Lo stesso anno viene premiato nella Sala della Lupa a Montecitorio fra le 100 Eccellenze Italiane nel mondo.

 

(immagine – Discogs)

Howard Jones

on 23 Febbraio 2024 in Remembering

23 febbraio 2024
Radio Birikina festeggia Howard Jones

John Howard Jones nasce il 23 febbraio 1955. Impara a suonare il pianoforte all’età di 7 anni. Qualche anno dopo si trasferisce con la famiglia in Canada, dove entra a far parte di un gruppo progressive rock chiamato “Warrior”. Viene presto notato dal giornalista e conduttore radiofonico John Peel che lo aiuta a trovare un contratto con la WEA in Europa e la Elektra negli Stati Uniti.
Esordisce nel 1983 con il singolo New Song, seguito da, What Is Love? e Hide and Seek.
Nel 1986 è eletto dai lettori della rivista musicale Rolling Stone “Miglior tastierista dell’anno”.
Nel 1992 il brano Lift Me Up, tratto dall’album In the Running, entra nella top ten americana.
Nell’autunno del 2003 festeggia vent’anni di carriera con un concerto allo Shepherd Bush di Londra.
Il 10 maggio 2019, pubblica l’album Transform, dove ancora una volta non tradisce la sua vocazione verso quel Synth Pop che lo ha da sempre contraddistinto.

 

immagine QRO Magazine

James Blunt

on 22 Febbraio 2024 in Remembering

22 febbraio 2024
Radio Birikina festaggia James Blunt

James Hillier Blount, noto come James Blunt nasce a Tidworth, il 22 febbraio 1974 Il suo stile unisce musica pop, folk e rock melodico. Oltre a cantare, James è autore e polistrumentista, tra gli strumenti che suona: il pianoforte, la chitarra, l’organetto e il mellotron. Nella sua carriera ha venduto 20 milioni di album e 23 milioni di singoli nel mondo. Nel 2004, esce il primo album di James Blunt “Back to Bedlam”; un successo notevole. Il 30 agosto 2019 esce il nuovo singolo Cold che anticipa l’uscita del suo sesto album in studio Once Upon a Mind. Nel 2021 pubblica il singolo Love Under Pressure come primo estratto dal greatest hits The Stars Beneath My Feet (2004-2021), in uscita a novembre dello stesso anno.

(immagine – radiomondo)

Fiordaliso

on 19 Febbraio 2024 in Remembering

19 febbraio 2024

Radio Birikina festeggia Fiordaliso

Marina Fiordaliso conosciuta semplicemente come Fiordaliso nasce il 19 febbraio del 1956 a Piacenza.

Nel 1981 partecipa al Festival di Castrocaro, dove vince a pari merito con Zucchero. I due anni successivi è al Festival di Sanremo, il primo anno con “Scappa via” e il secondo con “Oramai” (con questa canzone ottiene il premio della critica).

Il successo internazionale viene raggiunto nel 1984 con il brano “Non voglio mica la luna”. Nel 1985 si ripresenta a Sanremo con “Il mio angelo” seguita l’anno dopo da “Fatti miei” e quelli successivi da “Per noi” e “Se non avessi te”.

Nel 1991 sale nuovamente sul palco dell’Ariston per l’ottava volta; da questa esperienza esce l’album “Il portico di Dio”. Dopo altri dischi che il pubblico accoglie in modo favorevole, l’artista debutta in teatro con il musical “Blood Brothers – Fratelli di Sangue” (1995).

Nel 2002 ritorna a Sanremo con “Accidente a te”, che anticipa l’album “Risolutamente Decisa”. Due anni dopo Fiordaliso è tra i concorrenti di “Music Farm”. Nel 2010 pubblica il singolo “Canto del sole inesauribile”, il cui testo riprende una poesia di Papa Wojityla.

Nel 2013 partecipa alla trasmissione televisiva “Tale e quale show”. Nel 2015 ritorna in studio di registrazione per un nuovo album (“Frikando”) anticipato dal singolo “La lupa”. 
Il 12 maggio del 2017 l’artista ha pubblicato un nuovo singolo. Il titolo è “Senza una lacrima” in cui tratta il tema dell’eutanasia.

Fabrizio de Andrè

on 18 Febbraio 2024 in Remembering

18 febbraio 2024
Radio Birikina ricorda Fabrizio de Andrè.

 

Il 18 febbraio Radio Birikina vuole ricordare la nascita del grande cantautore, poeta, compositore Fabrizio Cristiano De Andrè (soprannominato Faber dall’amico d’infanzia Paolo Villaggio).

Il carattere definito “fuori dagli schemi” si rivela già durante il periodo di scuole elementari; tanto che venne trasferito nel severo collegio gestito da Gesuiti. Qui il nostro protagonista fu vittima di un tentativo di molestie sessuali da parte di uno dei docenti, cambia dunque istituto e frequenta il liceo classico “cristoforo colombo”. Iscritto nel corso degli anni all’Università di Genova, segue sia corsi di lettere che di medicina; tuttavia, in un secondo momento decide di rivalutare la sua scelta e di intraprende gli studi giuridici.
A sei esami dalla laurea, De Andrè sceglie la musica, ispirato da George Brassens, Luigi Tenco e Umberto Bindi.

Nel decennio compreso tra anni ’50 e ’60, si dedicò ad alcuni testi libertari che influenzarono il suo pensiero fino a giungere all’anarchia (nel 1957 infatti, egli si iscrive alla Federazione Anarchica Italiana di Carrara). In quegli stessi anni convola a nozze con Enrica Rignon, dalla quale avrà un figlio (Cristiano De Andrè), divorziarono a metà anni ’70.

Il primo 45 giri viene pubblicato dall’etichetta Karim nel 1961; il titolo è “Nuvole Barocche/E fu la notte”. La passione per la musica lo spinse a lasciare anche l’attività di professore, intrapresa per far fronte alle spese familiari, e da allora la fama acquisita fu quella di musicista colto.

Risale al 1964 “La canzone di Marinella”, che gli varrà il successo a livello nazionale solo quando, per stessa ammissione del cantautore, la interpreta Mina.
Nello stesso periodo compaiono i primi 33 giri; tra questi ricordiamo l’album “Tutto Fabrizio De Andrè” (1966), “Volume I” (1967), “Tutti morimmo a stento” (1968), “Nuvole Barocche” (1969).
Al disco “Tutti morirono a stento” fa seguito “La buona novella”, che presenta temi religiosi. Tra i brani più noti ricordiamo “Il pescatore”, “Bocca di rosa”, “Anime Salve”.

Nel 1971 viene pubblicato “Non al denaro, non all’amore né al cielo” lavoro che si presuppone come libero adattamento di alcune poesie di Edgar Allan Poe e in cui figurano brani come “La collina”, “Il giudice”, “Un matto (dietro ogni scemo c’è un villaggio)”. Nel 1972 nasce la polemica tra l’artista e la Produttori Associati, colpevoli di aver iscritto senza consenso, il cantautore al Festivalbar di quell’anno. Per questo motivo Fabrizio decide di non esibirsi durante la serata finale.

L’anno successivo rende noto al pubblico “Storia di un impiegato” che per il significato prettamente politico viene ampiamente criticato dalla stampa. Questo momento burrascoso da parte dei giornalisti coincide con il definitivo divorzio dalla prima moglie. Ritornando alla carriera, Fabrizio inizia a collaborare con Francesco de Gregori ed è proprio durante la registrazione del suo nuovo disco che intreccerà una nuova relazione con Dori Ghezzi, culminata con un duraturo matrimonio.

Nello stesso periodo numerose sono le esibizioni dal vivo. Il suo impegno nella politica spesso porterà a comizi pubblici durante le esibizioni live e questo verrà controllato dalla polizia e dai servizi segreti italiani. A partire dal 1974 il cantante collabora con altri musicisti e ripropone successi degli anni ’70 di cantanti come Bob Dylan, Leonard Cohen e Georges Brassen. Un anno dopo, con Francesco De Gregori, pubblicherà l’album “Volume VIII” i cui testi si brani come “Amico fragile” o “Canzone per l’estate”, presentano tematiche impegnate.

Altre importanti opere vengono pubblicate insieme al cantautore veronese Massimo Bubola; tra i dischi figurano titoli di canzoni come “Sally”, “Volta la carta”, “Rimini” (che dà il titolo all’album).

Nella seconda metà degli anni settanta, De André con la sua compagna Dori Ghezzi si stabilisce nella tenuta sarda dell’Agnata, qui, il 27 agosto 1979, la coppia fu rapita dall’anonima sequestri sarda e tenuta prigioniera per ben 4 mesi finchè il padre di De andrè pagò il riscatto, si parla di 550 milioni di lire . Negli anni ’80 incide alcuni singoli con Massimo Bubola e fonda un’etichetta discografica, la “Fado”, nel 1984 esce l’album “Creuza de ma” interamente cantato in genovese; da notare che, da questo album in poi, De André finalmente si libera dalle impostazioni vocali dettate dalla tradizione degli chansonniers francesi, che in effetti limitavano molto la sua espressività vocale.

Nel 1990 pubblica “Le nuvole”, nel 1996 “Anime salve”, sempre negli anni ’90, collabora con vari autori, fra cui ricordiamo Ivano Fossati, Francesco Baccini , i Tazenda, Mauro Pagani, Max Manfredi, Teresa De Sio, Ricky Gianco, i New Trolls, Carlo Facchini dei Tempi Duri ed il figlio Cristiano.

Nel 1997 esce “Mi innamoravo di tutto”, una raccolta di live e studio in cui duetta con Mina ne “La canzone di Marinella”.

Sarà l’ultima pubblicazione della sua vita.
Muore l’11 gennaio del 1999.