ERA 1968

ERA 1968

La Mattonella: Ricordi
Informazioni inviate da: Walter Graser

Era il 1968 e ci si divertiva proprio così, in un garage trasformato in “taverna”, con i muri rivestiti dai poster di “GIOVANI”, una rivista settimanale di attualità che includeva all’interno il manifesto di qualche emergenza musicale del momento.
Ci si dava da fare per colorare le lampadine, che sarebbero poi servite per creare la giusta atmosfera, con i risparmi si comperavano le “rele”, cannucce di legno, per nascondere gli imgombri del garage o creare angoli appartati.

Ci si dava da fare per organizzare i “festini”: ritrovo generalmente accordato per la domenica pomeriggio in cui quasi ognuno di noi arrivava con qualcosa: Con pacchi di dischi 45 o 33 giri, con le bibite, altri con pastine ed altri con…..ragazze. I più bravi ballavano i twist e shake, però tutti (chissà perché) sapevano ballare il lento…!
La nostra festa non durava mai più di due o tre ore, perché, specialmente le ragazze, dovevano essere a casa prima dell’ora di cena.

Quelli che potevano avere la moto, magari presa in prestito dal papà, dedicavano molta attenzione agli adesivi da mettere nella carrozzeria o convincendo il genitore che la moto con più colori era più bella. Ovviamente nel rifornimento (fatto sempre dal papy) aggiungevano di nascosto un po’ d’olio di ricino; in questa maniera quando passavano o si fermavano vicino a qualche gruppetto di amici facevano gli indifferenti ed accelerando facevano sentire quall’odore di bruciato tipico di una moto da corsa….. magari era solo un “cinquantino”!!

Arrivò dall’Inghilterra la moda Beat e la prima cosa che molti ragazzi volevano raggiungere era proprio la musica, ma non solo per ascoltarla, bensì per imparare uno strumento ed imitare i big nel miglior modo possibile. Era nel sogno di tutti noi arrivare ad essere “qualcuno” di famoso ed i complessi (ora chiamati band) nascevano come funghi.
Quanto tempo si dedicava per questo!…. trascurando ovviamente la scuola e quant’altro fosse stato per un richiamo diverso (sigh!).
E’ proprio allora che anch’io intrapresi la strada per suonare la chitarra e a far parte di gruppi musicali…..

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Negli anni ’60 nascevano tante novità: meno regole fisse e più trasgressione che fino a quel momento era solo utopia, e qualunque cosa s’inventasse andava bene: io ho scelto la musica, per poi coltivarla con gli anni pur rimanendo sempre vicino all’attualità.

Nella foto sono con il mio amico Adriano (poi diventato mio cognato….) con il quale ho condiviso i primi anni di esperienza musicale (io sono quello con l’abito rosso).

Che sia stato proprio così tanta la mia passione? Fatto sta che ora mi ritrovo ad essere anche il sosia di Antonello Venditti ed insieme a lui vi mando il nostro messaggio: i “figli dei fiori” ringraziano e salutano tutti voi di Radio Birikina!