I REALI

I REALI

La Mattonella: Gruppi
Informazioni inviate da: Francesco Gentile

Il gruppo i Reali sorge e si forma tra i compagni della classe 1° Ragioneria dell’Istituto Gian Rinaldo Carli di Trieste. Il nome del gruppo nasce da una simpatica combinazione creata dalla sequenza dei nomi dei componenti presenti sulla pelle della grancassa. Da non confondere assolutamente con il già esistente gruppo “Paolo ed i Reali”, ben più titolato ed affermato. Tutti appassionati di musica, incominciano nel 1964 a riunirsi a casa di Fabio, il bassista. I genitori avevano una villa a Barcola (TS) e lì incominciò la loro avventura musicale. Non si nascondono le difficoltà dell’inizio. Non tutti i genitori erano d’accordo, anche perché vedevano nella formazione del complesso un qualcosa che avrebbe distolto i ragazzi dallo studio. Inoltre altro punto dolente era il procurarsi degli strumenti. A quell’età se l’acquisto del singolo strumento non era sponsorizzato dai genitori, si incontravano delle serie difficoltà.

In special modo, Sergio il batterista per i primi tempi aveva tutto in prestito e per tutto si intende solamente: charleston, rullante e cassa. Poi con il contributo degli altri si riuscì a completare il set ed avere una batteria completa. Il gruppo agli inizi era composto da Fabio CHERSICLA al basso, Franco GENTILE alla chitarra, Sergio FACHIN alla batteria e Giancarlo FILIPPA al canto. All’epoca i gruppi si formavano con la classica formazione che includeva due chitarre, di solito una solista ed una ritmica. Alla seconda chitarra dei Reali si alternarono in diversi per poi alla fine entrare nel gruppo Claudio CLARI che con la sua vena rockettara portò una sferzata di vitalità al gruppo fino a quel momento orientato prevalentemente sul genere melodico. Agli inizi, dopo aver fatto un po’ di “cantina” ed aver preparato un repertorio, era giunto finalmente il momento di esibirsi e trovare i primi servizi.Per questo non ci furono difficoltà, in quegli anni i gruppi sorgevano come funghi, ma c’era posto per tutti. Quando ci riunivamo, Il posto in cui provavamo era molto frequentato, amici, suonatori di altri gruppi per una jam session o talvolta per offrici una suonata in sostituzione perché loro impegnati in un altro posto. In quegli anni non c’era rivalità, c’era una sana amicizia e collaborazione come esiste tra gli adolescenti. Purtroppo ciò non continua andando avanti con gli anni. Tutto il bello e sincero che può esserci in un rapporto tra orchestrali, purtroppo da adulti spesso si trasforma e si guasta diventando oggetto di critiche e sputtanamento.

Riguardo alle prove mi viene in mente un simpatico aneddoto: le volte che nel posto dove provavamo venivano ad ascoltarci i vari organizzatori che ci avrebbero poi dato quei pochi servizi che abbiamo fatto, Fabio, il bassista, particolarmente timido ed ansioso, man mano che ci esibivamo si spostava e spariva dietro una colonna ed un armadio, facendoci sorridere e pensando a quale colonna, paravento o qualsivoglia ammennicolo avrebbe trovato al momento di trovarsi in pubblico. Situazioni proprio di appartenenza alla repubblica dei cacasotto. Poche furono le esibizioni in pubblico del gruppo anche per la ragione che, causa la rigidità dei genitori di Sergio, a questi gli veniva impedita l’uscita serale e pertanto il gruppo potè esibirsi solamente nel pomeridiano. Ricordo qualche pomeriggio danzante nella sala Rouge et Noir dell’Hotel  Savoia Excelsior a Trieste, una esibizione alla Birreria Dreher sempre a Trieste, qualche festa studentesca ed un ultimo di carnevale in un locale del rione triestino di Servola, dove successe il casino che contribuì allo scioglimento del gruppo.

Suonammo il pomeriggio della domenica precedente il martedì grasso e poi la mazzata da parte dei genitori di Sergio, che ritornati sui loro passi, gli proibirono l’uscita serale per l’ultimo di carnevale. Per non incorrere nelle ire del proprietario che si ritrovava senza musica, come dei ladri andammo al mattino, senza farci notare, quatti quatti a riprenderci gli strumenti. Brutta avventura alla quale è seguito un periodo di stasi, preludio di dissapori e contrasti ed alla conseguente fine del gruppo. Claudio continuò a suonare. Franco e Giancarlo ripresero anni dopo con il gruppo dei Dandies. Per Sergio e Fabio fu solo una parentesi e lì finì la loro avventura musicale. La strumentazione all’epoca era una batteria Hollywood Meazzi un po’ arrangiata,  basso Eko, chitarre Framus ed Eko, amplificatori Binson e Steelphon ed impianto voce Factotum Meazzi.