LA MUSICA – CAP. 4

LA MUSICA – CAP. 4

La Mattonella: Ricordi
Informazioni inviate da: Michele Leone

Notevole importanza nella diffusione della musica ha avuto anche l’avvento del cinema sonoro, che ha avuto luogo nel 1927 con la proiezione negli USA del film Il cantante di jazz, interpretato da Al Jolson. Oltre all’ attrazione esercitata dalle immagini, per cui il cinema ha rappresentato a lungo la più diffusa forma d’intrattenimento, l’inserimento dei dialoghi e della musica nelle pellicole, che prima venivano sonorizzate per la parte musicale dall’accompagnamento di gruppi strumentali posizionati nella sala di proiezione, da un lato ha fatto aumentare l’affluenza del pubblico e da un altro ha contribuito a far conoscere agli spettatori nuove canzoni.

A casa la radio era quasi sempre accesa e quando non ero occupato in qualche gioco (più tardi con lo studio) e non veniva trasmessa musica ripiegavo sul giradischi. Inizialmente ricorrevo alla scorta di dischi costituente il patrimonio famigliare, poi, con il benestare (e soprattutto con il finanziamento) degli adulti, cominciai a crearmi un mio assortimento di dischi personali. Per la scelta dei brani prendevo spunto dalla radio, oppure da motivi tratti da qualche
colonna sonora di film (ad esempio Three coins in the fountain di Frank Sinatra – nella versione italiana Tre soldi nella fontana) ma soprattutto da contatti con amici anche loro musicofili, che per fortuna potevo annoverare nella mia cerchia.
All’ epoca la radio trasmetteva per lo più musica melodica italiana che a volte trovavo banale (Papaveri e papere, Casetta in Canada, ecc.) ed addirittura lamentosa (Binario, E la barca tornò sola e così via), ma l’ ascoltavo comunque volentieri. Di quando in quando, raramente, venivano diffuse canzoni straniere; anche queste per lo più vertevano sul genere classico-melodico ma riuscii a scoprire qualche interprete che ne forniva una versione che si discostava dallo standard in voga.

In particolare mi piaceva un quartetto americano di nome The four aces (I quattro assi) che proponeva interpretazioni personalizzate di canzoni classiche, quali Stranger in Paradise (Straniero tra gli Angeli) o Love is a many splendored thing (L’ amore è una cosa meravigliosa) al punto che ne acquistai i dischi. A proposito di quest’ ultima canzone e dei Four aces, diversi anni dopo uscì da parte dei Ricchi e poveri una versione di L’amore è una cosa meravigliosa che assomigliava moltissimo a quella del quartetto americano.