IL COLLANT

Nel 1959 Allen Gant Sr. inventò i collant in nylon. Questo tipo di calza copre entrambe le gambe, le coperture spesso sono cucite assieme tramite una specie di tassello igienico, una specie di guaina che costituisce la parte superiore e che serve per rendere superfluo l’utilizzo di reggicalze oppure della giarrettiera. Il tassello di cotone consente una corretta traspirazione, rendendo superfluo l’utilizzo di altri indumenti che sono comunque frequentemente indossate più per motivi culturali o igienici. Effettivamente indossare abbigliamento sotto i collant sfavorisce la traspirazione e favorisce la fermentazione dei secreti causando odori, sensibilità agli attacchi batterici e aumentando la probabilità di reazioni allergiche da predisposizione.

Il beneficio primario del collant è la convenienza di non doverlo aggiustare troppo, ma ci sono problemi di traspirazione e ventilazione significativi che possono rendere sconsigliato l’uso quotidiano del collant. Questo problema può essere parzialmente mitigato dal collocare un tassello in cotone che copra la zona, e dal non indossare mai indumenti di nylon sotto il collant. In Inghilterra lo stesso capo di abbigliamento va sotto il nome di “tights” oppure occasionalmente “pantyhose”.

Molti trovano i collant molto più comodi delle calze. Questo ha portato ad un rapido declino delle calze, in particolare negli anni Sessanta, quando le donne iniziarono ad indossare la minigonna. In effetti le calze sono indossate puramente per la loro valenza estetica. L’invenzione delle autoreggenti ha spinto alcune donne a indossare di nuovo le calze. Il numero di donne che usano le calze invece dei collant sta aumentando leggermente ogni anno. Sebbene la produzione di macchinari per i calzifici sia tuttora appannaggio dell’Italia, ora il settore soffre a causa della scomparsa di calzifici dal mondo occidentale produttivo.

L’industria si avvale di macchine circolari, con aghi a linguetta e uncino, simili a quelli utilizzati in tutto il comparto della maglieria. Tali macchinari somigliano a quelli circolari di grandi diametri, utilizzati nella maglieria ma hanno dimensioni ridotte e un numero di aghi che oscilla tra i 50 e i 450. Si tratta di macchine molto sofisticate, oggi completamente automatizzate e gestite dal software di uno o più computer. Oltre che per le dimensioni, si differenziano dalle macchine di maglieria, anche per la necessità di dover produrre il tallone e la punta delle calze. In queste due fasi della lavorazione il cilindro deve ruotare alternativamente in un senso e nell’altro, fino al termine della punta e del tallone, cosa che non avviene nelle macchine da maglieria, che ruotano sempre e solo in una direzione.

Le caratteristiche principali, sono il numero degli aghi e il diametro del cilindro di lavoro. Questi due elementi determinano la finezza della macchina. La finezza è il numero di aghi presente in un pollice della circonferenza, calcolata, misurando il diametro sul fondo di due canali contrapposti, nei quali si muovono gli organi tessili e non sull’esterno del cilindro. Altro elemento importante è lo spessore degli aghi che viene indicato in millimetri: 0,5 mm per la finezza 18; 0,7 mm e 14, 0,4 mm.