LA LEGGE BASAGLIA (1978)

Cari amici di Radio Birikina,

oggi vorremo portarvi nel 1978; un anno qualunque, direte, ma non dal punto di vista legislativo: questo è infatti l’anno della legge Basaglia, che ha portato alla chiusura dei manicomi.

Facciamo un passo indietro: come si viveva prima degli anni ’70? In Italia erano presenti luoghi dove venivano confinati i “malati di mente”. I pazienti avrebbero dovuto rimanervi fino alla guarigione, cosa che avveniva di rado. Il manicomio, dal punto di vista giudiziario, aveva il compito di custodire e curare, termini non concepiti in contrapposizione tra loro tuttavia, troppo spesso veniva usata violenza. Il manicomio era una sorta di carcere per persone socialmente scomode che venivano dichiarate incapaci di intendere e volere (disabili, omosessuali, per esempio). Ma chi poteva uscirne “sano di mente” se sottoposto a torture, elettroshock, bagni caldi e freddi?!

La legge Basaglia del 1978 ha ribaltato tutta la situazione: essa si contestualizzava sulle nuove frontiere nate dall’unione di psichiatria e antropologia medica, una realtà largamente studiata dall’etnologo Ernesto De Martino. Prima di parlare della legge vorremo farvi brevemente conoscere il suo ideatore: Franco Basaglia, originario di Venezia, era uno psichiatra formatosi a Padova. La proposta elaborata dallo studioso raccoglieva le teorie dell’Antipsichiatria: secondo Basaglia gli psichiatri, prima di dichiarare l’insanità mentale, avrebbero dovuto decretare l’origine sociale del disturbo. La legge Basaglia è entrata in vigore il 13 maggio del 1978; ciò ha fatto dell’Italia il primo Paese al mondo ad abolire gli ospedali psichiatrici. Questo provvedimento non è rimasto esente da critiche o problematiche: a più di trent’anni da questa legge, resta vivo il dibattito sulla cura e la gestione dei malati psichiatrici.

Oggi esistono alcune strutture dedicate all’assistenza psichiatrica; si tratta dei dipartimenti di salute mentale, volte alla cura, la riabilitazione e il reinserimento del disagiato nella società.