LA MORTE TI FA BELLA

Cari Birikini,

tra i nostri archivi di cinema abbiamo trovato un film dei primi anni ’90 che sicuramente molti di voi hanno visto ed apprezzato: “La morte ti fa bella”. Diretto da Robert Zemeckis il lungometraggio vinse l’Oscar per i migliori effetti speciali nel 1993. Siamo nel 1978, Helen Sharp è un’aspirante scrittrice legata sentimentalmente a Ernest Menville (chirurgo di chiara fama). Helen presenta l’amica di scuola Madeline, aspirante attrice che detesta quest’ultima e per farle dispetto seduce e sposa Ernest. Per la protagonista è un duro colpo da digerire: ingrassa in modo repentino e continua a guardare uno dei film dell’ex compagna di scuola in cui questa muore. Passano gli anni, siamo nel 1992 e anche la situazione appena presentata nel tempo è cambiata: la carriera di Ernest si sfascia (l’uomo si occupa di truccare e “abbellire” i cadaveri) e anche il matrimonio con Madeline dopo la felicità, attraversa un momento di declino a causa dei continui tradimenti della compagna, ossessionata dal sentirsi viva, giovane e piacente.

Quest’ultima riceve un invito alla presentazione del libro scritto da Helen e per farla sfigurare decide di recarsi in un centro estetico, ma il direttore rifiuta qualsiasi trattamento estremo a cui vuol ricorrere la donna. Una volta saputo che la cliente è disposta a pagare qualsiasi cifra pur di apparire seducente, il medico le consiglia una clinica privata molto esclusiva.

Madeline, credendo sia uno scherzo, getta il bigliettino da visita in borsa. Vestita al meglio si presenta al ricevimento e rimane colpita nel vedere Helen in splendida forma e bellissima. Ernest ne rimane affascinato e così Madeline, gelosa del rapporto intimo instauratosi nuovamente fra i due ex coniugi, si reca all’indirizzo fornitole dal medico. Alla clinica Lisle Von Rhoman le propone l’utilizzo di un Elisir di Lunga Vita grazie al quale ella potrà sempre apparire al meglio. Nel frattempo Helen, non contenta di essersi ripresa l’ex compagno e assetata di vendetta, pianifica nei dettagli un uxoricidio.

I piani vengono scombinati non appena Madeline ritorna sotto il tetto coniugale: durante un litigio Ernest la spinge dalle scale; con sgomento scopre che la donna non è morta. Helen comprende che anche Madeline ha assunto la fiala di Elisir. Ormai le protagoniste femminili sono ridotte a cadaveri viventi ma si accorgono di aver bisogno di continue cure poiché gli effetti della morte sono visibili sul loro corpo. Madeline ed Helen si coalizzano per convincere Ernest a diventare come loro e ad aiutarle nel momento del bisogno. Durante un party al quale prendono parte numerosi personaggi famosi ritenuti dall’opinione pubblica morti (tra gli invitati c’è Elvis Presley, Marilyn Monroe e molti altri), Ernest riesce a scappare al trattamento con la domanda: “ E se un giorno non avessi più voglia di vivere?”, alla quale le donne non sanno fornire risposta. Dopo quell’incontro Madeline ed Helen, pur non andando d’amore e d’accordo, sono costrette ad aiutarsi vicendevolmente, per riuscire a mantenere intatto il corpo che continua il processo di putrefazione.

L’ultima parte del film si svolge nel 2029: le due protagoniste, ridotte ormai a cadaveri ambulanti, si recano al funerale dell’amato Ernest (che a seguito dei trascorsi ha condotto una vita felice e normale con una donna che gli ha dato dei figli). Durante la predica il parroco accenna al vero Elisir di lunga vita scoperto da Ernest e non si tratta di alcun antidoto strano ma al semplice fatto di essersi costruito una famiglia ed aver giovato dell’affetto dei figli.

Un film, come “Viale del tramonto” o “Il ritratto di Dorian Grey”, sempre attuale ed incentrato sull’apparenza. Tuttavia Ernest non si lascia trasportare da tutto questo, sa scindere tra immagine ed essenza e, cosa forse più importante, riesce a scegliere. Un lungometraggio sulla non accettazione di sé; essere belle ma a che costo? Dietro i generi dark, quasi soft horror e commedia, per lo spettatore si aprono ampi spunti di riflessione.