LA PEDAGOGIA DI DON MILANI

Cari amici di Radio Birikina,

una delle figure della pedagogia più importanti nel 1900 fu Don Milani che rivoluzionò il modo di fare scuola dell’epoca. Lorenzo Milani nacque nel 1923, lo stesso anno della riforma elementare, da una famiglia di agiate condizioni.

Maturò le sue idee in materia di educatore quando da San Donato di Calenzano (FI) fu costretto a trasferirsi a Barbiana in Mugello(1954): egli concepiva la scuola come un diritto di tutti e non soltanto rivolto ad una piccola elite di persone. Tale diritto era già presente nella Costituzione ma, poiché bambini e ragazzi erano considerati forza lavoro, non veniva esercitato.

 

Nella scuola a Barbiana non esistevano giorni di vacanza o momenti di ricreazione; nella scuola di Don Milani si imparavano quattro lingue, si leggeva il giornale, ci si aiutava l’un l’altro (non c’era la divisione per età), si imparava a cantare, nuotare, sciare e altre discipline che nelle scuole di città non venivano praticate.

Non c’erano né voti né bocciature e ciascun alunno procedeva nell’apprendimento in base ai propri ritmi individuali, si lavorava in gruppo e non si seguiva alcuna programmazione ma gli interessi degli alunni, specialmente in base anche al luogo di provenienza dei ragazzi.

Il testo più famoso e che fece il giro del mondo fu “Lettera ad una professoressa”, indirizzata ad Adele Corradi nella quale si criticava il sistema scolastico classista, totalmente disinteressato agli ultimi ovvero a tutti coloro svantaggiati da problemi familiari economici e legati all’ambiente di provenienza.

Lo scopo di Don Milani era di dare ai ragazzi di Barbiana e delle classi sociali meno fortunate l’uso della parola, insegnar loro ad apprendere e usare la parola per far fronte alla sottomissione operata dalla classe borghese.