La minigonna

 

Donne di Birikina, immagino che ciascuna di voi abbia avuto nell’armadio almeno una minigonna!
Vi proponiamo un po’ la storia di questo capo d’abbigliamento che, ancor oggi è amatissimo dalle teenagers.

A partire dal XIX secolo, sulla scia dei movimenti femministi,  la stilista Mary Quant apre la sua “Botique Bazar” nella Kings Road di Londra. Le sua creazioni ben presto divennero espressione del mondo giovanile.
Così come a Parigi, in quegli stessi anni, la stilista Coco Chanel era impegnata a mutare l’aspetto delle donne (l’abbandono del corsetto, l’orlo della gonna posto sopra il ginocchio), così la Quant si prefiggeva di creare un indumento che potesse essere utilizzato da tutte le donne; è così che nel 1963 nasce la minigonna.

La stilista, parlando della diffusione e della nascita di questo vestiario, dichiarerà: “Sono state le ragazze della King’s Road ad inventare la mini. Stavo creando abiti semplici e giovanili, con cui era possibile muoversi, con cui si poteva correre e saltare e li avrei realizzati della lunghezza voluta dalla clientela. Io li indossavo molto corti e la clientela diceva “Più corti, più corti” “.

Se le prime mini, per essere definite tali, dovevano essere lunghe fino a due pollici sopra il ginocchio, nel giro di qualche anno tale convenzione mutò. Alla diffusione di questa non mancarono le contestazioni da parte della società moralista, della Chiesa e di alcuni Paesi come Cina ed Africa che ne osteggiarono la diffusione. Dal 1963 la minigonna non è mai tramontata ad eccezione degli anni ’70: in questo decennio la gonna si accorcia ulteriormente portando con sè l’idea della donna-oggetto. Per boicottare tale immagine, la mini viene accantonata anche se al suo posto, prendono piede gli shorts.
Negli anni ’80 gli stilisti ripropongono il capo, cambiandone la forma e i materiali impiegati.
Nel 2013 la minigonna ha compiuto 50 anni; anche se ancor oggi non viene accettata da tutte le culture, rimane uno degli indumenti più amati e rivisitati nella storia della moda.