Il mito di Carosello

Carissimi Birikini, quanti di voi ricordano il programma televisivo “Carosello”? Valeva anche per voi la regola:” Dopo Carosello tutti a letto!”?

La trasmissione televisiva viene mandata in onda per la prima volta il 3 febbraio del 1957 alle ore 20.50 sul Programma Nazionale. “Carosello” consisteva in una serie di sketch comici o brevi filmati seguiti dal messaggio pubblicitario. Il primo episodio trasmesso fu :” Le avventure del Signor Veneranda”, diretto da Eros Macchi. Alle 20.50 migliaia di persone, sia adulti adulti che piccini, attendevano l’inizio della sigla (ideata da Luciano Emmer e Cesare Taurelli). Ogni episodio, secondo le regole palinsestuali, non poteva durare più di 2 minuti e 15 secondi (periodo di tempo che successivamente verrà ridotto).
La trasmissione non era studiata solo per favorire le vendite di alcuni prodotti, ma si presentava come una vetrina per numerosi attori e registi, all’epoca conosciuti solo in teatro; per fare qualche nome: Ugo Tognazzi, Vittorio Gasman, Gianni Boncompagni, Pippo Franco.
Le critiche non mancarono: la Spira, ente di gestione della pubblicità RAI, definì il programma poco incisivo dal punto di vista commerciale poichè l’attenzione dello spettatore era focalizzata nelle storie presentate; altri lo definirono “diseducativo” e troppo dispendioso. A causa degli elevati costi di produzione e delle incessanti critiche, il Capodanno del 1977, “Carosello” chiuse le tende del sipario.

Nel 2013 la RAI decise di riproporre, in via sperimentale, il format: la vecchia sigla venne rivisitata e rispetto ai 10 minuti dell’originale “Carosello”, la durata complessiva imposta fu di 210 secondi.

Certo è, che alcuni motivetti come: “Cimabue, Cimabue, fai una cosa ne sbagli due!” oppure “Gigante pensaci tu…Ci penso io!” o ancora “Brava, brava Mariarosa ogni cosa sai far tu, qui la vita è sempre rosa solo quando ci sei tu!” rimarranno sempre nella testa di chi ha vissuto quei mitici anni ’60 e ’70.