Ciao

Ciao

Un’icona dell’italianità allo stesso piano della Vespa. Il Ciao, durante i 4 decenni in cui fu in produzione, si è imposto nel mercato internazionale come il ciclomotore italiano più venduto nel mondo.

A produrlo dal 1967 al 2006 fu la ditta Piaggio che deve molto al genio dell’ingegner Bruno Gaddi il quale lo sviluppò a capo di un qualificato team.

Il Ciao è il mezzo che forse più di ogni altro ha segnato la gioventù di molti di noi.

C’era chi lo utilizzava per uscire con gli amici (e non mancava di cimentarsi in coraggiose impennate!) o per andare al lavoro. Il Ciao negli anni è divenuto il simbolo di una gioventù spensierata.

Come mezzo era molto apprezzato per la sua semplicità meccanica, e per la forma che ricordava le biciclette da città usate dalle nonne, dotato di un telaio in lamiera al cui interno si posizionava lo snello serbatoio del carburante.

Il Ciao non permetteva certo di raggiungere grandi velocità, ma questo non frenava il giovane pilota che sarebbe andato in capo al mondo guidandolo per ore (tanto più se la fidanzata lo richiedeva!).

Parcheggiarlo era una passeggiata vista la sua leggerezza, e altrettanto lo era ripararlo quando aveva qualche acciacco.

A renderlo una vera e propria “bici a motore” antesignana della moderna e-bike, il gancio portaborsa e il portapacchi posteriore, ideale per le commissioni quotidiane.

Oltre al successo riscosso nel mercato italiano, anche quello tedesco per anni non poté fare a meno del Ciao che in Germania venne commercializzato nella fortunata versione “Mofa” capace di “sfrecciare” a poco più di 20 km/h.

Dati alla mano non stupisce che negli anni se ne siano venduti oltre 3 milioni e mezzo di esemplari.

Fortunati quelli che ancora hanno un Ciao in garage! Ci sono molti collezionisti che vorrebbero aggiungerlo alle loro collezioni di mezzi d’epoca.