I trasferelli

I trasferelli

Dopo aver fatto i compiti, o quando la pioggia impediva di giocare all’aria aperta, ecco che per i bimbi veniva l’ora dei trasferelli, il gioco preferito di chi è cresciuto a cavallo fra gli anni Settanta e Ottanta.

Ci si sentiva dei veri artisti premendo forte con la matita sulle sagome delle figurine trasferibili che magicamente ricomparivano uguali dall’altra parte del foglio. Il fondo del trasferello era adesivo e poggiava su di una superficie di materiale plastico trasparente.

Bastava grattarlo con la matita o con un righello e il gioco era fatto.

Qualsiasi superficie cartacea andava bene, anche se quella ideale rimaneva l’album apposito con cui venivano venduti gli adesivi e che permetteva di creare lo scenario desiderato in base all’estro dell’artista.

I set di frasferelli erano i più svariati; quelli che andavano per la maggiore riprendevano i grandi eroi dei fumetti della Marvel, ma non mancavo le macchinine, gli animali, Mazinga con tutto il filone giapponese e poi i personaggi della Walt Disney.

I bambini giocarono con le magiche figurine almeno fino ai primi anni Ottanta quando poi le vendite iniziarono a calare.

Per i nostalgici ne esistono molte versioni originali da ordinare on line o in uno dei numerosi siti dedicati agli oggetti da collezione.

Nota bene, i trasferelli sono quelli che funzionano “a secco”, per intenderci, tuttavia anche i loro prossimi cugini sono andati forte fino agli anni Novanta, quando poggiando la figurina sulla pelle e premendola con una spugna umida si poteva sfoggiare un braccio o una caviglia tatuata, proprio come gli adulti!