Totocalcio

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Un tempo sogno e rito di una nazione intera, la schedina del Totocalcio!

“Fare 13 al Totocalcio” è stata un’espressione che per quasi un cinquantennio ha segnato la cultura popolare italiana.

Con la famigerata schedina in mano, milioni di italiani hanno sognato il grande colpo di fortuna centrando gli esiti delle partite.

Ma ripercorriamo un po’ di storia; il concorso nasce nel 1946 grazie all’intuito di Della Pergola, Jegher e Geo Molo, i suoi tre “inventori”. Nata come “Sisal, la schedina viene ribattezzata Totocalcio solo nel nel 1948. La svolta però arriva all’inizio del ’51 quando le 12 combinazioni da indovinare diventano 13, segnando il destino di questo numero come cifra prediletta del calcio.

Trovarsi in ricevitoria era quasi un rito: si discuteva (talvolta in modo molto acceso), si sognava ma sopratutto ci si incontrava, uniti da quel foglietto così legato all’immaginario italiano.

Ma l’idillio si sa, non può durare per sempre. Il punto massimo nella storia del Totocalcio arriva nel 1993 con la vincita più alta nella storia della mitica schedina che permette ad un fortunatissimo di portarsi a casa ben 5 miliardi delle vecchie lire.

Poco dopo, inizia un lento declino. Nel ’94 si aggiungono altri concorsi che non scalzano il Totocalcio ma sicuramente gli tolgono terreno. Ed ecco che dopo l’avvento di Totogol, Totosei e Totobingol, la “mazzata finale” la dà la liberalizzazione delle scommesse sportive lascia spazio al moltiplicarsi di una miriade di tipi diversi di puntate, ma certamente non all’altezza del amatissimo Totocalcio.

La fine arriva nel 2003 quando sulla schedina compare un 14esimo risultato da azzeccare per la vittoria. Si tratta del cosiddetto “Tredicissimo” che spazza via un mito, rimasto indelebile nella memoria popolare e che ricordiamo con un pizzico di nostalgia!