Il Flipper

Cari Birikini, vi ricordate quel gioco il cui scopo è accumulare punti raggiungendo il bersaglio con una biglia?
Stiamo parlando del Flipper, detto anche biliardino automatico. Questo gingillo deve il suo nome alle piccole pinne esterne che il giocatore aziona per iniziare la partita; il raggiungimento del bersaglio porta all’accumulo di punti. Questo gioco, che risale al regno francese del Re Sole, viene modernizzato con l’avvento dell’elettricità: si arricchisce di suoni e luci.
Il primo flipper provvisto di palette venne prodotto nel 1947 dall’azienda statunitense “Gottiels” e permise la trasformazione da gioco di fortuna a gioco di abilità.
Negli anni ’60 e ’70 i costruttori di tale passatempo, pensarono di intervenire a livello estetico: molti illustratori come gli italiani Toni Ramunni e Adriano Nardi, contribuirono ad abbellire con illustrazioni queste macchine.

Nell’Italia degli anni ’60 il flipper non ebbe vita facile: esso fu sottoposto a restrizioni dal punto di vista legislativo, poichè considerato gioco d’azzardo.
Per fronteggiare tale situazione i costruttori di questi marchingegni, si dedicarono alla creazione di modelli studiati appositamente per la nostra nazione. Il biliardino automatico diverrà legale solo a partire dal 1995.
Molto in voga nel 1960 e nel 1970, oggi questo gioco è praticamente scomparso dai locali pubblici.

Elisa Nadai