Piccoli fans

on 8 Settembre 2017 in Sixties Cults

Avete mai avuto un idolo nella musica?
Siamo certi di sì! Ognuno porta nel cuore, chi più chi meno, un interprete musicale che magari ha cantato la nostra canzone del cuore o che semplicemente ci fa emozionare.
Ed è proprio alla base di questo principio che sta il programma televisivo “Piccoli Fans”, rivolto ai bambini ma che ha incollato davanti alla TV anche i più grandi.

Le prime puntate sono andate in onda nel 1983 ogni domenica su Rai 2.
Le sei edizioni fino al 1987 hanno visto inizialmente la conduzione di Fiammetta Flamini, storica valletta di Corrado a Domenica In. Il programma era semplice nell’ideazione, una serie di bambini si esibivano interpretando le canzoni dei loro cantanti preferiti, alla fine a sorpresa, uno di loro avrebbe avuto il piacere di incontrare l’artista prediletto.

Dalla seconda edizione il ruolo di conduttrice venne affidato alla già popolare Sandra Milo che con la sua spigliatezza riuscì a conquistare il grande pubblico.
Con l’arrivo della Milo cambia anche il meccanismo: il cantante ospite viene svelato sin da subito ed interviene nelle esibizioni dei bambini qualora ce ne fosse la necessità.

LA GRANDE ANNA MAGNANI, REGINA DEL CINEMA

on 5 Settembre 2017 in Sixties Cults

Anna Magnani, un nome che da solo fa la storia del cinema italiano, la grande attrice del dopoguerra con gli indomabili capelli corvini, che ricordiamo in capolavori come “Roma città aperta” di Roberto Rossellini, “Bellissima” di Luchino Visconti e “Mamma Roma” di Pier Paolo Pasolini.

Anna fu una donna dalla vita travagliata: nasce a Roma nel 1908. Ella non conosce il padre, una figura che cercherà disperatamente per lungo tempo; la madre la affida fin da piccola alle cure della nonna: la madre dopo la nascita di Anna si trasferisce ad Alessandria d’Egitto dove si costruisce una nuova famiglia, dimenticandosi della piccola lasciata in Italia. L’attrice parlerà così della mancanza d’affetto della madre: “Ho capito che ero nata attrice. Avevo solo deciso di diventarlo nella culla, tra una lacrima di troppo e una carezza di meno. Per tutta la vita ho urlato con tutta me stessa per questa lacrima, ho implorato questa carezza. Se oggi dovessi morire, sappiate che ci ho rinunciato. Ma mi ci sono voluti tanti anni, tanti errori”.

A Roma frequenta la scuola di recitazione Eleonora Duse presso l’accademia di Santa Cecilia. Il grande Silvio D’Amico parlando dell’attrice dirà: “Ieri è venuta una ragazzina piccola, mora e con gli occhi espressivi. Non recita, vive le parti che le vengono affidate: la scuola non può insegnarle più di quel che ha dentro di sé”. La Magnani comincia la sua esperienza in scena, a teatro. Durante la tournèe viene a mancare la nonna; è un momento tragico per l’attrice che ha perso l’unica figura di riferimento, colei che l’aveva accolta in casa e cresciuta con tanto amore. L’artista recita sia parti drammatiche che comiche.

Dopo una frequentazione con Goffredo Alessandrini, i due nel 1935 convolano a nozze; le continua gelosie di Anna portano alla separazione. Dopo il divorzio Anna si dedica al lavoro fino a quando incontra Massimo Serato, dal quale ebbe un figlio: Luca, malato di poliomielite. La carriera cinematografica le regala importanti successi tra cui “Roma città aperta” di Roberto Rossellini, lungometraggio simbolo dell’occupazione nazista. Tra i due scoppia l’amore, una storia travagliata, finita quando Rossellini scappa per gettarsi tra le braccia di Ingrid Bergman. Dopo “Roma città aperta” la Magnani lavora con Luchino Visconti per “Bellissima” che la consacra come grande attrice. Anna contribuisce a cambiare il modo di fare cinema: nuda e reale davanti alla telecamera, è in grado di rappresentare la donna di quegli anni. Dall’Italia l’attrice tenta Hollywood con un film di Tennessee Williams dal titolo “La rosa tatuata”. Con questa pellicola si aggiudica l’ambita statuetta, diventando la prima attrice italiana a vincere l’Oscar. Anna Magnani ha lasciato il cuore in Italia, per questo fa ritorno a Roma, per stare accanto al figlio Luca. Le viene proposto il film “La ciociara”, che ella rifiuta; il ruolo verrà affidato a Sophia Loren, che vincerà l’Oscar. Per Anna Magnani arriva l’occasione di girare un nuovo film, si tratta di “Mamma Roma” diretto da Pier Paolo Pasolini, che racconta la storia di una prostituta che per amore del figlio cerca di redimersi. Dopo qualche anno vediamo l’attrice in TV; citiamo a tal proposito “L’automobile”. L’ultima apparizione risale al 1972 nel film “Roma” di Federico Fellini. Il 26 settembre dell’anno successivo Anna Magnani muore in una clinica romana. Rimane una delle più grandi attrici del cinema italiano.

PIPPI CALZELUNGHE: SIMBOLO DI INDIPENDENZA

on 29 Agosto 2017 in Sixties Cults

Cari amici di Radio Birikina,

oggi vi vogliamo far diventare di nuovo bambini: con voi vogliamo parlare della serie TV Pippi Calzelunghe. Ve la ricordate quella piccolina con occhi color cielo, capelli rossi, viso lentigginoso e grande simpatia?

Il telefilm è tratto dal romanzo della scrittrice svedese Astrid Lindgren ed ha debuttato nel 1970 su Raiuno. Questa bimba così moderna e inusuale conquista immediatamente il pubblico. Orfana di madre, Pippi vive con il padre (un marinaio) nella variopinta “Villa Villacolle”, insieme a Zietto (un cavallo a pallini neri) e il Signor Nillson (una scimmia). A causa della professione del padre, la bimba è spesso da sola; non frequenta la scuola, veste abiti eccentrici, calze di colori diversi e scarpe di qualche misura più grande. Pippi è sempre ottimista e piena di fantasia. Un giorno la fanciulla incontra Tommy e Annika, due fratelli che diventeranno amici e compagni di avventure.

Riguardando gli episodi di Pippi Calzelunghe possiamo rilevare la voglia di indipendenza del personaggio. Pippi in qualche modo rappresenta un periodo particolare, quello del femminismo e della rivolta giovanile; è simbolo di libertà e di importanza, alcuni la definiscono come pre- sessantottina (una figlia dei fiori).

Ancor oggi il successo della serie televisiva e del romanzo è a livello mondiale; pensate che la storia scritta è stata tradotta in oltre 50 lingue. Un successo inarrestabile e ineguagliabile…

E allora vi lasciamo alle prime righe della sigla: “Forse non lo sai, ma io qualche volta divento magica: quello che tu vuoi dillo a me che, forse, te lo darà! Pippi, Pippi, Pippi… che nome, fa un po’ ridere, ma voi riderete per quello che farò!”

Viva arte viva, la biennale del 2017

on 24 Agosto 2017 in Sixties Cults

Attesa da tutto il mondo, visitata già da migliaia di persone nei primi due giorni di apertura, pronta alle critiche di rito, la Biennale d’arte di Venezia è inziata il 13 maggio scorso.

I giardini di Venezia e l’Arsenale ospitano la 57esima edizione di quella che viene definita da tutti una delle più spettacolari occasioni d’incontro d’arte e di cultura.

“Viva arte viva” è il tema di quest’anno e vede la partecipazione di 120 artisti in una esposizione unica curata da Christine Macel aperta sino al 26 novembre prossimo.

Dall’Albania allo Zimbawe, nei padiglioni nazionali o presso le corderie dell’Arsenale trovano posto opere d’arte, performance, installazioni, video e così via.

La tematica di quest’anno tocca bene il tema della rivoluzione e dei diritti umani, colori, forme, novità.

Ma la biennale di arte non è solamente chiusa nei padiglioni dedicati: decine di palazzi, chiese e spazi comuni anche all’aperto ospitano in tutta la città, sedi espositive.

Provare per credere!

Il 13 luglio del 1990 usciva nelle sale italiane Pretty Woman…

on 14 Luglio 2017 in Sixties Cults

Il 13 luglio del 1990 usciva nelle sale italiane il lungometraggio Pretty Woman, con Richard Gere (Edward) e Julia Roberts (Vivian). Non siamo qui per raccontarvi la storia ma per lasciarvi con qualche curiosità con questo lungometraggio, dai critici definito tra i migliori del genere.

 

Innanzitutto dovete sapere che la trama di Pretty Woman si insipa all Cenerentola ideata da Walt Disney: lei povera, lui ricco, si incontrano e scoppia l’amore; Vivien diviene poi la principessa e i due vivono complici, felici e contenti. In realtà il titolo doveva essere “3000 dollari” , per richiamare la tariffa stabilita da Edward per la compagnia della protagonista.

Parliamo un po’ delle attrici: Julia Roberts non era la prima candidata, al contrario, le attrici erano altre tra cui Sandra Bullock, Meg Ryan, Madonna, Kristin Davis, Sarah Jessica Parker e Drew Barrymore.

Nulla nei film è lasciato al caso, nemmeno l’abbigliamento: ricordate l’iconico abito rosso indossato? La produzione lo voleva nero, tuttavia la costumista Marilyn Vance si impose creando tre abiti stupendi di cui uno rosso; alla fine, ci aveva visto giusto! Non solo, l’opera che i protagonisti vanno a vedere a teatro è “La Traviata” di Giuseppe Verdi. Casualità? Assolutamente no! La drammatica opera musicale parla infatti di una giovane prostituta (Violetta) che si accasa con un ricco uomo (Alfredo).

 

E che dire del bel Richard Gere? In una delle scene vediamo l’attore suonare il pianoforte. Dovete sapere che quella scena è stata girata realmente, non solo suonava il piano ma ha composto anche la melodia che ascoltiamo. Una storia avvincente quella di Vivien e Edward, diventata persino un musical.

Una favola, che viene spesso riproposta in televisione e che vale la pena di riguardare!

 

 

 

 

 

 

La musica degli anni ’80… Un salto nel passato…

on 30 Giugno 2017 in Sixties Cults

Cari amici di Radio Birikina,

facciamo un salto nella musica degli anni ’80… Il ritorno da scuola o dal lavoro, le cene con gli amici ma sempre accompagnate da buona musica. Ma cosa ricordiamo di quel periodo? Quasi con pudore, i presentatori, che magari ascoltavano i King Crimson, i Pretenders, o Lou Reed, dovevano annunciare l’ennesima settimana al numero uno per “Carletto”, o per la sigla di Goldrake, o dell’Ape Maia. Se non altro, si potevano rifare al sabato mattina, quando la classifica dei 33 giri era un po’ più adulta, per il fatto che Corrado o i Cavalieri del re non avevano abbastanza materiale per incidere un long playing. E che dire dei cantautori italiani? Dalle parole cantante da Battisti a quelle del cantautore Battiato, e magari abbiamo cantanto a squarcia gola anche canzoni come “Questo piccolo grande amore”, “E tu?”, “Avrai”, di Claudio Baglioni…

E tra questi grandi artisti anche Lucio Dalla, De Gregori… Come dimenticare!!!

 

 

E poi c’erano gli artisti internazionali, quelli che hanno segnato un’epoca e ci hanno fatto tanto ballare e cantare… Ricordiamo insieme qualche icona? i Rockets, Sandy Marton, Awana Gana e poi gli intramontabili Michael Jackson definito “Il Re del Pop” con le hit “Thriller” e “Bad”. E poi la “Regina del Pop”: Madonna, l’artista che in questo decennio ha venduto il numero maggiore di dischi. E poi c’è chi ha debuttato alla grande in quel mitico decennio… Vediamo alcuni nomi:

“The Stone Roses”, “Pretenders”, “Beastie Boys”, “Guns N’Roses”, “R.E.M.”, “U2” e “Whitney Houston”.

Allora vi abbiamo fatto rivivere in musica gli anni ’80?!

 

Il Ciao compie 50 anni!

on 6 Giugno 2017 in Sixties Cults

1967-2017: Il mitico Ciao ha da qualche giorno spento 50 candeline, anche se il primo brevetto risale al 1955 da Corradino d’Ascanio. Anche se nel 2006 la produzione è stata interrotta, questo mezzo ha accompagnato moltissime perosne al lavoro, a casa degli amici o della fidanzata. Da allora, ne sono stati costruiti in oltre tre milioni e mezzo di esemplari. Pratico, economico e robusto: un mix perfetto di tecnologia e meccanica. E se la riserva di benzina terminava? ecco che il Ciao si trasformava in una pratica bicicletta. Un sogno che costava solo 55.000 lire e consumava pochissimo: 70 km con un litro di miscela.

Non poteva non spopolare!! Una pedalata iniziale e via, subito in pista! In realtà questo mezzo venne pensato più per le ragazze anche se ottenne tanto successo anche tra i maschietti, che si divertivano a modificarlo e a farlo impennare. Il Ciao, nonostante i suoi 50 anni,  rimane il motorino con il quale scappare dalla routine quotidiana e concedersi un salto indietro nel tempo ritrovando quell’ingenuità giovanile che vive dentro ogni appassionato.

 

 

Il Festival di Cannes: emozioni del grande schermo

on 26 Maggio 2017 in Sixties Cults

Cari amici di Radio Birikina,

in questi giorni ha preso il via il Festival di Cannes, una tradizione che si rinnova ogni anno e che questo 2017 ha spento ben 70 candeline! Tutto nacque alla fine degli anni ’30 quando il ministro francese alla pubblica istruzione,  Jean Zay propose, sulla falsa riga della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, un festival cinematografico internazionale. Anche se l’idea prese corpo negli anni ’30, la prima vera edizione si fa risalire al 1946; da allora il festival si è tenuto con cadenza annuale, fatta ad eccezione per gli anni 1948 e 1950.

In poco tempo il Festival di Cannes divenne uno dei più importanti, con opere sia degli autori più affermati, sia di artisti emergenti. Il primo Festival di Cannes introdusse al mondo intero il cinema italiano e il suo neorealismo.

Con la fine del conflitto mondiale, subentrò una situazione di crisi: gli americani, grazie al contributo finanziario post bellico, erano favoriti rispetto ad altri artisti e questo non era gradito ad altri Paesi.

 

Nel 1954 scoppiarono i primi scandali dovuti anche all’eliminazione della censura nel 1956. Ne volete conoscere qualcuno?  L’attrice Simone Silva fu fotografata in topless con Robert Mitchum; nel 1960 il Papa minacciò di scomunicare chiunque vedesse il film di Fellini “La dolce vita” .

Il Festival di Cannes non attraversò numerosi momenti difficili, tra questi vi raccontiamo quelli del 1968: La Francia non stava attraversando un periodo sociale proficuo; questo si riversò nella manifestazione  che terminò sei giorni prima.

A partire dagli anni ’70 Robert Favre Le Bret aprì il festival anche a sezioni parallele come quella di Studi e sezione Documentari e quella dedicata ai film di notizie.

Ovviamente il premio più ambito è la Palma d’oro, tuttavia ci sono numerosi altri riconoscimenti:

Lungometraggi in concorso: 
La Palma d’oro al miglior film
Il Grand Prix Speciale della Giuria assegnato al film che mostra maggiore originalità o spirito di ricerca
Il Prix d’interprétation masculine assegnato al miglior attore
Il Prix d’interprétation féminine assegnato alla migliore attrice
Il Prix de la mise en scène assegnato al miglior regista
Il Prix du scénario assegnato al miglior sceneggiatore
Il Premio della giuria
Cortometraggi in concorso
La Palma d’oro del cortometraggio assegnato al miglior cortometraggio
Il Premio della giuria del cortometraggio
Sélection officielle (concorso e Un Certain Regard), la Quinzaine des Réalisateurs e la Settimana Internazionale della Critica
La Caméra d’or attribuito alla migliore opera prima di tutte le sezioni
Queer Palm – attribuito al miglior lungometraggio a tematica LGBT

 

           

Eurovision Song Contest 2017: l’anno del Portogallo

on 15 Maggio 2017 in Sixties Cults

E’ l’anno del Portogallo!

Non ci son stati dubbi: il voto della giuria e il voto dei telespettatori sono andati a Salvador Sobral, giovanissimo interprete della canzone “Amar Pelos Dois”.

L’Eurovision da sempre è sinonimo di spettacolo, grandissimi effetti di luci e coreografie da favola, quest’anno invece l’ambitissimo premio è andato ad una interpretazione semplice eppur quasi teatrale: un giovanissimo cantante un po’ spettinato, giacca nera di due taglie più grande e sullo sfondo un’enorme foresta illuminata da fasci di luce lunare, un ambiente magico e quasi surreale.

Eppure tutto è realissimo: per la prima volta nella storia del concorso, iniziato 1956, il Portogallo vince e, come da tradizione, ospiterà l’anno prossimo l’evento televisivo europeo più seguito al mondo.

L’ESC, abbreviazione di Eurovision Song Contest, è stato trasmesso in due serate semifinali, in entrambe sono stati scelti dieci brani che sono andati ad aggiungersi ai 6 brani già in finale: i big 5, sostenitori economici della manifestazione, tra i quali anche l’Italia, e il paese che quest’anno l’ha ospitato: l’Ukraina.

Sono stati ventisei dunque gli artisti in gara che si sono esibiti alla finale di sabato 13 maggio 2017 sul palco dell’Exibition Centre di Kiev.

Sesto posto per l’Italia con “Occidentali’s Carma” di Francesco Gabbani che sin da subito è stato indicato tra i favoriti, poteva davvero essere la canzone giusta per la vittoria e riportare finalmente in Italia il concorso europeo che è stato ospitato l’ultima volta a Roma nel 1990 grazie alla vittoria di Toto Cutugno con il brano “Insieme 1992”.

E adesso si attendono le indiscrezioni o gli annunci ufficiali sulla città Portoghese che ospiterà L’ESC 2018.

Eurovision Song Contest 2017

on 8 Maggio 2017 in Sixties Cults

Nato nel 1956, l’Eurovision Song Contest è l’evento che terrà incollati al televisore migliaia di spettatori da tutto il mondo!

Musica ed effetti scenografici uniscono l’Europa nel più grande evento non sportivo del vecchio continente.
Ogni nazione europea, e dal 2015 anche l’Australia, invia un cantante al concorso canoro, ciascuno può votare tramite un televoto e i dati sommati da ogni Paese decreteranno il vincitore, la cosa interessante è che non si può votare il proprio candidato, gli italiani ad esempio potranno votare qualsiasi cantante in gara tranne il cantante italiano.

Ogni anno le due seminfinali e la finale si svolgono in un paese diverso: il vincitore infatti, porterà a “casa” l’organizzazione dell’evento per l’anno successivo.

Quest’anno L’ESC, abbreviazione appunto di Eurovision Song Contest, si terrà a Kiev, in Ucraina, in quanto l’edizione 2016 ha visto vincitrice Jamala, cantante ucraina che ha battuto gli avversari con la canzone “1944” sul palco di Stoccolma.

E l’Italia? Le nostre uniche due vittorie risalgono al 1964 e al 1992.

La prima vittoria arriva con Gigliola Cinquetti e la canzone “Non ho l’età” sul palco di Copenaghen, grazie a questa vittoria l’ESC del 1965 si svolse a Napoli.

Il 1990 vede invece protagonista Toto Cutugno che presenta sul palco di Zagabria la canzone “Insieme:1992”, l’Eurovision del 1991 si sposta così a Roma presso gli studi di Cinecittà.

Nonostante le sole due vittorie, l’Italia vanta numerose medaglie d’argento e di bronzo, salendo così sul podio europeo.

Secondi classificati:

Franca Raimondi “Aprite le finestre” – 1956

Tonina Torielli “Amami se vuoi” – 1956

Gigliola Cinquetti “Si” – 1974

Raphael Gualazzi “Madness of love” – 2011

Terzi classificati:

Domenico Modugno “Nel blu dipinto di blu” – 1958

Emilio Pericoli “Uno per tutte” – 1963

Wess e Dori Ghezzi “Era” – 1975

Umberto Tozzi e Raf “Gente di mare” – 1987

Il Volo “Grande amore” – 2015

E dunque aspettiamo le vostre impressioni sul prossimo ESC in diretta il 9, l’11 e il 13 maggio 2017 pronti a sostenere Francesco Gabbani e la sua “Occidentali’s karma”!